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lunedì 8 marzo 2010

Ubu


ALFRED JARRY E I SUOI EROI
Le notizie biografiche sono tratte dall'introduzione di A. Giuliani
Alfred Jarry nasce l'8 settembre 1873. Nel 1888 entra in collegio a Rennes. Qui avviene il suo incontro con una tradizione farsesca incentrata attorno al professore di Fisica, monsieur Hebert, soprannominato, fra l'altro, padre Eb, e protagonista di varie avventure nate dalla fantasia goliardica degli studenti. La fervida intelligenza di Jarry (che già prima dei 15 anni si era cimentato in commedie della più varia tradizione scolastica e profanatoria), suggestionata da questo personaggio, va elaborando attraverso vari abbozzi poi rimaneggiati una figura che si stacca sempre di più dal suo modello reale. E fu Padre Ubu.
Padre Ubu è un burattino, una personificazione esagerata, parodistica e ironica dell' autorità sotto ogni sua forma: lo dimostrano i suoi attributi, dalla sua enorme 'ventraglia' al suo 'uncino' che usa per afferrare i nobili, dal bastone da Phisica al bastone da Phinanza (simboli del suo potere nella scienza - nell' "Ubu Incatenato" si dichiarerà 'dottore in Patafisica' - e nella società), dalla sua tasca, dove minaccia di ficcare, annullandoli, i suoi avversari, alla 'pompe à merdre', con cui vuole svuotarli; lo dimostra anche la sua attività preferita, il 'decervellaggio', attraverso il quale priva le sue vittime dell'organo (e della facoltà, se mai ne hanno una) del pensare. Ma la grandezza di Jarry sta nel fare della personificazione di ciò che detesta il suo 'eroe', assurdamente positivo (e ciò è evidente anche dai titoli, che sembrano evidenziare una solo apparente sumpaqeia con i grandi personaggi della tragedia e del mito: Padre Ubu è 're' come Edipo, è 'incatenato' come Prometeo): il che rende la sua satira estremamente più efficace, proprio perché apparente non satira, eroicizzazione della 'merdre' con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
Padre Ubu diviene quindi il protagonista di una divertente e beffarda 'quadrilogia' (ancora la tragedia greca che torna; ma non dobbiamo dimenticare che la trilogia tragica era chiusa da un dramma satiresco) che comprende "Ubu Re", "Ubu Cornuto", "Ubu Incatenato", "Ubu sulla collina", in cui i drammi si susseguono come variazioni su un tema, come messa a frutto di alcune delle infinite possibilità insite in questo 'monstrum' ben definito nei suoi caratteri, ma mai limitato da essi.
Ma il genio di Jarry non si ferma qui, e dopo essersi scagliato contro l'autoritarismo politico attacca, su un altro fronte ma con gli stessi mezzi, il fanatismo scientifico: nascono così un personaggio, il dottor Faustroll, e una scienza, la Patafisica.
Jarry muore nel 1907, ma il mondo da lui creato non muore con lui, e la Patafisica si creerà degli adepti:Raymond Queneau, Renè Clair, Eugene Ionesco, Boris Vian sono solo alcuni nomi.

JARRY, A., Ubu Roi, Ubu Cocu, Ubu Enchainè, Ubu sur la butte, ed. it. Ubu, prefazione di A. Giuliani, traduzione di B. Candian e C. Rugafiori, ed. Adelphi, Milano 1977

Oggetto: [Quindici] Q

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venerdì 5 marzo 2010

Corpus. Frammenti di autobiografia

Corpus. Frammenti di autobiografia è datato 1950. Credo sia rintracciabile soltanto in Versi e Nonversi (Feltrinelli 1986)
8.

Nei tardi pomeriggi di quegli anni, inforcato
il cappello nero di paglia sulle trecce a torciglio
sopra le orecchie, la nonna trascinava il bimbo
alle novene o al maggio mariano. Renitente
all'assurda costrizione dei ginocchi, stranito di noia,
trattenevo gli scalpiti del cuore nell'odore stordente
di cera e d'incenso tra i mormorii paurosi delle litanie
echeggiati sotto le navate fino al soffitto altissimo.
Lugubre saliva e scendeva la voce falsa e simbolica
del predicatore. La nonna brontolava preghiere, ingobbita,
le mani raccolte sulla fronte sgranava il rosario.
A volte sentivo le rondini garrire a picco sui finestroni
mentre il ciclo struggente imbruniva. Oppure girovagavo
per le navate fioche e irte di lisci meandri tra i pilastri
freddi a toccare, tra i riverberi delle sante candele.

9

La passione era di leggere, correre nel vento, popolare
di storie i giardini striminziti delle piazze di periferia,
essere capo di ragazzi, tramare ciò che amavo nei libri,
giochi furfanti libera vita strade d'avventura tipi segreti.
E come era acerba e liscia a baciare con casta ignoranza
la sorella del compagno, mentre già si cercava dal vano
d'una finestra lo sguardo-ombra misterioso della ragazza
più grande.

11

Amo i gabbiani, pensarli quando al tramonto tornano le
barche
dalla pesca le avanzano i gabbiani e intorno trasvolano voci
d'ali bianche, allegri e affamati, ma non entrano in porto
e li vedi nel pallore della sera riprendere il largo della baia.
Scortiamo i caldi saputi pensieri al loro porto, la mente
è universo per gabbiani e barche e pesci morti.