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martedì 15 giugno 2010

alfredo giuliani alla radio

lunedì 14 giugno 2010

da Leopardi di Alfredo Giuliani

Leggiamo un altro passo dello Zibaldone, del 1828, decisivo per capire come stanno veramente le cose: «All' uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso coll'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose». Ecco il punto perfettamente proustiano intorno al quale ruota l'intero sistema del nostro grandissimo Giacomo: tanto la poetica e la poesia, quanto la prosa, il sentimento e la filosofia dell'esistenza.
Raddoppiare l'esperienza non è unicamente ricordare, sovrapporre involontariamente una sensazione o un'immagine passate a una sensazione o immagine presenti; è anche rovesciare il presente su se stesso e percepirne il fantasma, quella materialità dolorosa che sta passando,che si distrugge nell'atto di formarsi, e il cui passare passato sarà forse misteriosamente recuperabile in un altro futuro momento sfuggente.
Il raddoppio può prendere la figura della proiezione e dello sdoppiamento (sarà Silvia Leopardi, sarà la morte bella fanciulla e la morte sanguinaria di Amore e morte),la figura dell'anticipazione, dell'illusione tolta e restituita.
All'orribile contraddizione della Natura, all'essere per la morte, all'infelicità dell'esistente nato per la felicità e ingannato:fin dalla nascita, Leopardi risponde con la sua contraddizione, con la sua eroicomica renitenza. Sciopera contro l'Universo (ivi compresa la società e le sue ideologie), nientemeno, perché l'Universo è un bieco, sfruttatore del Desiderio umano, un repressore del piacere, un inetto e ipocrita persuasore di godimento: infatti non è riuscito a far di meglio che confondere l'amore, noi diremmo forse l'orgasmo, con la morte.
Non sembrerà strano se dico che l'attualità di Leopardi confina con l'attualità di Sade: la stessa glacialità implacabile e la stessa percezione sfrenata della Natura criminale.
Ma dove Sade si scatena a secondare voluttuosamente

(continua)
Alfredo Giuliani, Le droghe di Marsiglia, Adelphi

venerdì 11 giugno 2010

Lezione

Giuliani a lezione legge Savinio da La casa ispirata.